Urbano Cairo e Davide Vagnati
Urbano Cairo e Davide Vagnati

Se dopo venti lunghissimi e orrendi anni la situazione è pressoché la medesima, sepolti da quintalate di mediocrità, incapaci di crescere e programmare, la direzione non può che essere una soltanto, ahimè, fare la fine del Sassuolo.

Sia chiaro, non è un augurio, ma è la dura realtà. Non voglio passare per pessimista, mi ritengo realista.

La storia dei neroverdi ce lo insegna; sono stati “scovati” molti giocatori di talento ceduti a caro prezzo, ne cito qualcuno:

Zaza alla Juventus per 18 milioni, Vrsaljko all’Atletico Madrid per 16 milioni, Pellegrini “ricomprato” dalla Roma a 10 milioni, Defrel alla Roma per 20 milioni, Politano all’Inter per 25 milioni, Acerbi alla Lazio per 12 milioni, Demiral alla Juventus per 18 milioni, Sensi all’Inter per 25 milioni, Locatelli alla Juventus per 37,5 milioni, Raspadori al Napoli per circa 40 milioni…

Quando cedi a peso d’oro e reinvesti poco, e talvolta male, finisci in Serie B perché i direttori sportivi non sono oracoli, commettono qualche errore, e non è colpa loro se i budget a loro disposizione sono scarni.

La situazione del Torino non è così diversa e, senza fare un lungo elenco, é sufficiente ricordare le dolorose cessioni di Maksimovic, Immobile, Cerci, Bremer, Buongiorno, Bellanova ecc…
Se gli ottimi calciatori di cui sopra vengono poi rimpiazzati con Larrondo, Maripan e Vojvoda… neanche Guardiola riuscirebbe nel miracolo di trasformarli in buoni giocatori.

Davide Vagnati
Davide Vagnati

Lungi da me difendere l’operato di Vagnati, anzi. Il bilancio del suo operato è pessimo, con soli tre buoni giocatori messi sotto contratto, Ricci, Bellanova e Schuurs (attendo fine anno per giudicare Adams e Coco). Non faccio, per generosità, l'infinito elenco di giocatori sotto la soglia della sufficienza.

Juric, prima di lasciare Torino aveva dichiarato: “o si mantengono i giocatori più forti e si migliora la rosa, oppure è meglio resettare tutto”. E cosa ha fatto la società? Un disastro, una sorta di “via di mezzo” cedendo ovviamente i migliori, anche con tempistiche fuori da ogni logica (vedi Bellanova) per poi tesserare mezzi giocatori. Perché non è stato rinnovato il contratto a Rodriguez per poi dare una maglia da titolare a Masina? Le domande sarebbero molte, ma la risposta è molto semplice: l'unico slogan deve essere “spendere poco, non importa se male”.

Visto l’ordine presidenziale di incassare molto e spendere poco/nulla, a mio modestissimo parere ci sono due soluzioni per uscire da questa situazione:

  • Cedere la società, soluzione gradita dal 400% dei tifosi granata
  • Affidarsi all’unico direttore sportivo al momento in grado di scovare i migliori talenti a basso costo senza quasi commettere errori: Sean Sogliano

Sono un tifoso, perciò nonostante questo sfogo, non posso che augurarmi che Vanoli riprenda la rotta e ci porti in acque più serene.

Forza Toro
Maurizio Mellano