Resurrezione granata
Resurrezione granata

Sig Presidente, amministratore, responsabile, sig Faccio e decido tutto io e soltanto io:

Che senso ha tirare fuori l'orgoglio solo per intestardirsi di fronte alla rabbia e alle contestazioni sacrosante dei tifosi o per rispondere piccati ai giornalisti quando chiedono di Red Bull? Ma un bel bagno di umiltà, dopo vent'anni di poco o nulla, no? 

Che senso ha gonfiare il petto orgogliosi davanti al record imminente di Pianelli, quando non si ha vinto nè costruito nulla, non si è seminato nulla se non 4 anni di B, piazzamenti a metà classifica e due settimi posti caduti dal cielo? Forse sarebbe meglio e più rispettabile chinare la testa ammettendo la differenza abissale tra le due presidenze…ma ci andrebbe umiltà, tanta umiltà. 

Che senso ha ostinarsi orgogliosi a negare l'evidenza dei fatti, ovvero che il 99% dei tifosi  ne ha le borracce piene di questa mediocrità ormai viscerale, intrinseca, quasi come fosse sempre stata parte del Toro? Forse sarebbe meglio chiedere umilmente scusa ai tifosi, ammettendo le centinaia di errori commessi ma, soprattutto, vendendo la società.  

Che senso ha ripetere ai quattro venti che non si vuole vendere per nessuna ragione al mondo nè alla Red Bull, nè a Ciuccariello facendo paragoni assurdi, quando invece di ragioni ce ne sono innumerevoli e ci vorrebbe una buona dose di umiltà per farsi da parte? 

L'Orgoglio andava usato per migliorare, investire, crescere. Non solo per giustificarsi, non solo per troppa immotivata autostima. L'Umiltà, poi, non è un difetto sia chiaro, anzi…

Dopo vent'anni il Toro non ha infrastrutture, non è proprietario di nulla, nè dello stadio in mano al comune nè del Filadelfia gestito dalla Fondazione, nè del Museo del Grande Torino gestito da Domenico Beccaria e i suoi volontari, nè del Robaldo dato in concessione ventennale dal comune ma ancora non completato dopo sei anni.

Non è, pare, proprietario della sede e nemmeno dell'autobus. In vent'anni non è stato costruito nulla. 

Tralasciamo i vari mercati di indebolimento, basti pensare all'ultimo dove la quarta difesa del campionato è stata smantellata al 100% e dove il miglior giocatore di fascia oggi nazionale è stato venduto come un pacco postale in 2 giorni all'insaputa del suo allenatore…dopo la dolorosa cessione di Capitan Futuro. 

Sì, hanno avuto il coraggio di chiamarlo Capitan Futuro già sapendo che sarebbe stato ceduto …

No, il troppo è troppo, non ci sono più le condizioni, neanche quelle basilari, per continuare con questa proprietà e questa dirigenza, questo DS. Non è infatti Paolo Vanoli a doversi sentire in bilico, lui si persona umile e degna del Toro che fa il fuoco con la legna che ha , come troppi suoi predecessori hanno dovuto fare. 

L'orgoglio, a questo punto, va usato per dimostrare che si può lasciare il Toro in buone mani, in mani migliori; l'umiltà va usata anch' essa, per ammettere le proprie debolezze e i propri limiti prima di cedere. 

Per il bene del Toro, non per il proprio.