Torino, finalmente una rosa di proprietà e due soli prestiti: ecco quanto serve per riscattarli
I granata hanno concluso nella finestra estiva di mercato due prestiti
L'utilità di una rosa di proprietà
Avere una rosa di proprietà permetterà a Vanoli, e in generale al Toro, di poter valorizzare e patrimonializzare giocatori per sé stessi, e non per conto di altri, come ad esempio è già successo in società, seppur più piccole, come Cremonese e Frosinone.
Ovviamente lo scouting ricopre un ruolo fondamentale, un po' come lavorano Verona e Lecce comprando a poco giocatori forti e rivendendoli a tanto, senza poi dimenticare l'importanza del settore giovanile.
Avere dei giocatori di proprietà è utilissimo in ottica futura anche a Vanoli, che non si vedrà costretto a dover modellare e costruire un giocatore per un'altra squadra. Questa fu una delle principali lamentele di Juric sul mercato di Cairo e Vagnati, che ogni anno si vedeva privato di giocatori da lui costruiti per tutta la stagione.
Quest'anno, due sono state le eccezioni. Si tratta di Pedersen, arrivato dal Feyenoord al posto di Bellanova, e Borna Sosa, ai margini dell'Ajax di Farioli. Ecco quanto spenderebbe il Toro riscattandoli.
Dieci milioni e mezzo di euro per i riscatti, di cui uno certo
Marcus Pedersen
Arrivato dal Feyenoord, il 24enne danese è stato prelevato in prestito oneroso per un milione ed un obbligo di riscatto fissato a 3,5. Insomma, anche questo giocatore può considerarsi ormai parte del Torino a titolo definitivo.
Borna Sosa
L'unico prestito con diritto di riscatto. L'Ajax ha accettato un prezzo relativamente “basso”, essendo di 7 milioni.