Daniele Fortunato
Daniele Fortunato

Daniele Fortunato è stato ospite di TMW Radio, durante Storie di Calcio, dove ha raccontato del suo passato tra Torino e Juve ed un aneddoto su Diego Armando Maradona. 

Su Emiliano Mondonico

I migliori allenatori sono quelli che ti fanno giocare. Mondonico l'ho avuto 5 anni all'Atalanta e due al Torino, abbiamo passato tante situazioni, positive e negative, ma c'è stato con lui anche un percorso di amicizia. Era più facile essere un suo amico che come allenatore, perché era uno molto duro anche. 

Mi ricordo una partita col Verona, non dovevo giocare ma alla fine mi mise in campo. Non riuscivo a fare un cambio di gioco e a un certo punto passai palla a Bonacina, che perse la sfera e per poco Galderisi non fece gol. Me ne disse di tutti i colori, io risposi e lui mi cambiò, facendo entrare Prandelli.

La Coppa Italia col Torino

La Coppa Italia col Torino l'ho giocata e vinta, le due coppe con la Juve le sento meno mie perché giocai fino a gennaio, poi ci fu l'infortunio e questo mi fece perdere anche la chiamata in Nazionale per Italia '90. E dopo un mese di gesso, ripresi a giocare, ma mi fratturai ancora dopo 20' contro l'Udinese. 

L'anno dopo poi fu molto complicato. In panchina c'era Maifredi, eravamo molto più forti ma non riuscimmo a esprimere il nostro potenziale. Maifredi cercò di cambiare provando a mettere la squadra a zona, e fu difficile. Avevamo otto nazionali e serviva del tempo per mettere in pratica le sue idee.

 Eravamo curiosi sul cosa voleva dire giocare a zona, Maifredi voleva tempo ma alla Juve non esisteva questo. Servono subito i risultati.

L'aneddoto su Maradona

Non amo guardarmi indietro in realtà. Ho più piacere a raccontare tutti gli episodi vissuti più che ricordare i momenti negativi. Certo, forse se ci penso mi sarebbe piaciuto andare a giocare al Napoli. Mi ricordo che ero fermo da un mese e mezzo per infortunio e dovevo andare al Napoli di Maradona, e Salvi, ds del Vicenza, mi disse che andavamo a giocare a Benevento ma non ero in condizione.

 Mi disse però che dovevo scendere in campo, così mi avrebbero preso. Io giocai ma uscii dopo il primo tempo perché avevo male. Alla fine ne presero un altro al posto mio. Ci andai però anni dopo come secondo di Mondonico. Da calciatore però sfidai Maradona, con l'Atalanta appena tornati in Serie A. 

Non ci dormii una settimana, perché non sapevo se chiedergli o meno la maglia. Guardavo solo lui durante il riscaldamento, alla fine gliela chiesi lì e lui me la diede. Perdemmo con un gol nel finale con fallo di mano di Maradona, con tutti i compagni arrabbiati. 

Alla fine venne lì fuori a darmi la maglia e mi chiese la mia, che dovetti riprendere dalla cesta perché non mi aspettavo che volesse anche la mia.