Domenica, con un’altra prestazione da dimenticare, si è concluso il secondo consecutivo campionato degli orrori per il Toro. Salvo alla penultima giornata, più per demeriti altrui che per nostri meriti, il tutto impreziosito dal secondo vergognoso 0-7 casalingo e dalla seconda imbarcata con squadre lontane anni luce dalla tradizione dei granata, lo scorso anno il Lecce, quest’anno lo Spezia. Toro che era sembrato riprendersi con l’arrivo di Nicola e con gli innesti invernali di Mandragora e Sanabria; purtroppo anche loro due, anziché trainare i compagni, hanno preferito appiattirsi sulle loro prestazioni, terminando il campionato nell’anonimato.

E ora comincia la parte comica che vado velocemente a riassumere, l’interprete lo lascio indovinare a voi, non è così difficile: stiamo già lavorando sotto traccia per evitare un altro campionato come questo (già sentito lo scorso anno), parleremo con Nicola e poi vedremo, intanto si sta per chiudere con Juric (lo scorso anno bisognava parlare con Longo, ma era già stato praticamente ingaggiato Giampaolo), Belotti e Sirigu per restare devono essere motivati (se tanto mi da tanto non vedo come si possa essere motivati in questa società che si barcamena da anni nel più vergognoso anonimato). Queste sono dichiarazioni già rilasciate e ora, signore e signori, vado a prevedere il futuro: per poter fare movimenti occorre che finisca l’Europeo, il mister valuterà i giocatori in ritiro, prima di acquistare bisogna vendere e intanto, perbacco, siamo già arrivati agli ultimi 10 giorni di campagna acquisti, allora via con la caccia alle svendite di fine mercato. Non ci credete? Non vi sembra possibile? Eppure dovreste ricordare Amauri all’ultimo secondo per sostituire Cerci, dovreste ritornare allo scorso anno, quando si ingaggiò un allenatore che faceva del 4-3-1-2 la sua filosofia calcistica, schema che fa del regista e del trequartista il fulcro del gioco e che dovette far finta di credere, cercando di farlo credere anche a noi, che Rincon potesse fare il regista e che Gojak era il nuovo Iniesta.

Naturalmente sono felice che la squadra si sia salvata, troppo è l’amore per quei colori, così indegnamente rappresentati da società e squadra, ma il futuro resta un incubo ancora da vivere, in attesa di dichiarazioni che sanno di presa in giro e di un nuovo campionato di sofferenza, sperando che Immobile sbagli sempre il rigore e che il Benevento di turno faccia 10 punti nel girone di ritorno. 

Non ne verremo più fuori fino a quando…., riempite voi i puntini.

P.S. scusate mi ero scordato un'altra perla: Juric è da anni che lo cercavo, è un allenatore che fa del gioco la sua filosofia...

Sandro Mellano