Torino, il vice di Vanoli Godinho sarà una figura chiave
Si sente parlare molto bene del vice di Vanoli Godinho che a Venezia è stato l’ombra del tecnico ex Spartak Mosca
In una vecchia intervista Paolo Vanoli dichiarò: “Un collaboratore deve sempre dire quello che pensa. Non è facile farlo per questioni di carattere. Quando scelgo i miei collaboratori lo faccio tenendo in grande considerazione anche l’aspetto umano. Se vuoi dare il massimo la tua testa deve pensare come quella del tuo allenatore. Se non riesci a pensare come un allenatore, non puoi arrivare preparato o sapere cosa dirà l'allenatore".
Vanoli, classe 1972, pone sempre grande attenzione nel selezionare il suo staff e ha seguito questo approccio anche prima di iniziare la sua nuova avventura con il Toro. Questa tematica è particolarmente interessante e merita di essere approfondita, soprattutto a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione, fissato per l’8 luglio, con la ripresa degli allenamenti per i granata al Filadelfia.
Un focus particolare lo merita Lino Filipe Neves Godinho, il vice di Vanoli, sul quale sia la stampa che gli addetti ai lavori esprimono giudizi più che positivi. Il portoghese classe 1986 è stato scelto da Vanoli per accompagnarlo anche in questa nuova avventura a Torino, dopo aver condiviso insieme l’esperienza al Venezia. La scelta di Vanoli di portare con sé Godinho all'ombra della Mole testimonia la fiducia che ripone in lui. Non c’è dubbio che Godinho vorrà ripagare questa fiducia, proprio come ha già fatto contribuendo a riportare il Venezia in Serie A. Anche con i granata il suo obiettivo sarà dare il massimo e contribuire a portare il Toro il più in alto possibile.
Godinho: parla quattro lingue e conta diverse esperienze all’estero
Il vice allenatore di Vanoli potrà mettere a disposizione del club piemontese un bagaglio di esperienze davvero importante, con parentesi in diverse parti del mondo come per esempio i cinque anni trascorsi in Qatar. Godinho oltre a parlare il portoghese, la sua lingua madre, parla perfettamente l'inglese, lo spagnolo e fluentemente anche l’italiano. Dunque è un profilo perfetto nel calcio multiculturale di oggi. Per concludere Godinho, come ha già fatto a Venezia con ottimi risultati, può rappresentare un ponte tra culture, lingue e mentalità diverse. La sua capacità di comunicare e comprendere profondamente le dinamiche umane potrà fare la differenza nel Toro, questo è poco ma sicuro.