Non basta un Toro da corsa, le solite amnesie difensive lo condannano.

Perché Luis Alberto è un grandissimo giocatore, il cui valore è quello del triplo di tutto il nostro centrocampo. Però quando ha illuminato il gioco della Lazio, con l’apertura per Immobile, stava camminando. E bè se a Luis Alberto concedi tutta sta libertà è dura. Sul raddoppio poi la difesa era piazzata, ci ha pensato Bremer con una deviazione, frutto di un’opposizione poco convincente, sul tiro di Parolo. Poi non che la Lazio abbia fatto molto, la loro azione più pericolosa l’hanno creato quando Meite, al limite della loro area, si è incespicato e ha innescato il contropiede di Correa. Da plotone di esecuzione, che dovrebbe coinvolgere pure Aina, che troppo spesso gioca con gli avversari. Si batte il Gallo, segna con sicurezza un rigore non facile dopo l’errore col Parma. Si batte troppo solo. A intermittenza Verdi che però raramente mette palle giuste per il nostro attaccante. Reggono dietro, prima della solita frittata, anche se sul primo gol è più colpevole forse il nostro evanescente centrocampo. Longo si copre dietro, per adesso senza tanti risultati. A fine campionato parleremo anche di questo, ma saranno forse discorsi fatti al vento perché tutti danno Giampaolo alle porte. Detto che i numeri del nostro ex Mister della Primavera sono impietosi, io resto convinto che nemmeno un misto dei migliori allenatori odierni, chi volete voi, farebbe tanto meglio con questa squadra. E non sono solo i valori tecnici al centro della questione. Ma è un fatto di testa, oggi abbiamo anche corso, per quanto si corra in questa appendice di campionato falsato, ma è un compitino. La testa della macchina è fusa. Si è fusa la notte della partita Torino-Wolverhamton, qualcuno un giorno ci spiegherà il perché. Ora il derby, ha ragione Longo possiamo giocare con il coltello tra i denti, speriamo almeno quello. La Juve ha passeggiato sul Genoa, meno male per noi. Io penso al Brescia, quella è la partita che mi interessa.