Il Toro sprofonda, perso male il primo scontro salvezza
Il Toro sprofonda, perso male il primo scontro salvezza.
Il virus è partito negli spogliatoi quest’estate ma nessuno se n’è accorto.
Basterà cacciare
ora Mazzarri per trovare l’antidoto? O Mazzarri si è reso
responsabile del contagio del virus, proteggendo la proprietà, e
quindi oggi è intoccabile? Vedremo nelle prossime ore. Ma adesso
qualcosa trapela, tutto molto confuso, probabilmente non la sola
causa di questo disastro, ma qualcosa trapela. Due fazioni, ben
distinte, che si contrappongono da agosto, nella squadra. Una parte
di squadra che ha accettato il “pacco” di Cairo, il mancato
pagamento di premi europei, il mancato adeguamento dei campi di
allenamento e la relativa palestra. Siamo in A del resto. Ha
accettato tutto questo per il bene superiore del Toro, perché
fossero fatti significativi investimenti. È arrivato Verdi, Cairo ha
ritenuto di aver mantenuto la parola. L’altra parte dello
spogliatoio, meno nobile ma più numerosa, ha trangugiato, in cambio
di una serie di rinnovi. Tranne N’Koulou che voleva proprio
andarsene e ha incattivito i rapporti. Al suo rientro qualcuno
ricorda lo sguardo del
Gallo? Poi sono iniziati gli infortuni,
che ad esempio hanno tolto di mezzo Iago, dicono ottimo collante tra
le due parti. Poi la condizione atletica deficitaria, e un po' di
presupponenza, hanno fatto perdere due partite male, Lecce e Samp.
Cairo si è irrigidito e ha fatto saltare i rinnovi, i peones si sono
sentiti presi in giro. Se ricordate il giorno della trasferta con la
Samp si parlava, nella settimana seguente, del rinnovo di De
Silvestri, saltato. Cairo ha rimandato tutto, nella squadra la
spaccatura si è ingigantita. La speranza di Mazzarri era che i
risultati cementificassero il gruppo. Poi troppi infortuni, partite
sbagliate, risultati assurdi, vedi Verona. La spaccatura si è
allargata. Così me l’hanno raccontata, così ve la giro. Ma quello
visto a Lecce, e prima con la Dea non è Toro. Prendiamo gol
ridicoli, anche quelli di oggi non si possono vedere. Alla prima
difficoltà spariamo e smettiamo di giocare. In difesa fai girare gli
uomini, oggi assente Izzo, ma nulla cambia, gli errori ossia orrori
di Dijij e Aina non sono nemmeno tecnici, ma solo di concentrazione.
E nonostante passino le settimane la condizione atletica non
migliora, ma anzi gli infortuni muscolari continuano, vedi Verdi ma
pure Rincon, all’ennesima uscita per guai fisici in stagione.
Ripeto qui non ci vuole solo un allenatore, ci vuole un avvocato
matrimonialista, che trovi un accordo tra le parti. Se no finiamo in
B. E in tutto questo è mancato pure Petrachi, che nel bene o nel
male faceva presenza al Fila, e ascoltava gli umori. Cairo non è mai
stato così lontano, impegnato temo a salvare ben altro che il Toro.
E come sempre non ha delegato nulla, non ha concesso a Bava di
intervenire sulla squadra, di usare il mercato per dare un segno.
Niente come sempre. Ora vedremo se caccerà Mazzarri. Nel mirino
dicono Longo e De Biasi. Ma non è lì che Cairo deve intervenire. Si
chiuda nel cesso dello stadio di Via del mare con Belotti, assicuri
al capitano che d’ora in poi del Toro se ne occuperanno Moretti e
Bava. Se Mazzarri non se la sente, l’hanno visto tutti il labiale
alla Ventura “meno male che è finita”, aspettiamo le sue
dimissioni. Se sono state fatte delle promesse, vengano mantenute.
Qualche soldino, ma salvare il Toro conviene anche a Urbano. Non
fosse altro per venderlo meglio.