Luciano Spalletti
Luciano Spalletti

“Dimissioni”. C'è ancora sul vocabolario?

E al solito finisce a tarallucci e vino .... perché se qualcuno, molto italicamente, mette il petto in fuori e si prende qualche (non tutte, sia ben chiaro) colpa, ecco che subito dopo non si sente pronunciare la parola magica, "DIMISSIONI", che evidentemente è stata tolta dal vocabolario di italiano, visto che nessuno pensa mai minimamente a togliersi dalle scatole, dopo averne combinate di tutti i colori.
Non so se ormai siamo rassegnati o instupiditi totalmente, visto che non potremo cacciare il presidente della Federazione Giuoco Calcio e neppure il Commissario Tecnico della Nazionale, ma non lo facciamo nemmeno con politici che votiamo sistematicamente e quindi .... di cosa poi lamentarsi?
Quella dell' Europeo di calcio è stata una vera e propria debacle, molto peggio della Corea; all' epoca eravamo stati sorpresi da chi non conoscevamo, ed avevamo colpevolmente sottovalutato, ma perlomeno c'era un movimento di valore, calciatori comunque forti e giovani in crescita, tanto che due anni dopo si vinceva l'Europeo, per quanto in formato ridotto (si arrivava a giocarselo in quattro), e nel 1970 arrivava il secondo posto ai Mondiali del Messico, con la mitica semifinale Italia-Germania 4-3.
Oggi cosa c' è dietro questa rosa di mollicci senza fisico e, ancor peggio, senza il minimo amor proprio, senza la voglia di lottare ed almeno tentare un moto di orgoglio quando le cose vanno male?
Dopo aver fallito la qualificazione al mondiale di Russia e, qui sì, le dimissioni del presidente, ma non del CT, comunque cacciato pur se i maggiori colpevoli erano i calciatori (ammutinati perché troppo bravi e carichi di gloria), si era iniziato un percorso nuovo, con il prode Gravina ed il grande Mancio, santificati dopo la vittoria, fortunata ma comunque meritata, inglese e rimasti al loro posto dopo essersi fatti nuovamente escludere dal mondiale, contro l' indigesta Macedonia del Nord.
Poi il Mancio non ha resistito al tir di soldoni arabi e fortunatamente, pur se in grande ritardo, si è tolto dai maroni, lasciando tutti di stucco e campo libero al migliore, il profeta di Certaldo, che dopo un' annata trionfale aveva lasciato Napoli da imperatore che voleva godersi un anno di meritato riposo.
Nove mesi dopo siamo qui a leccarci le ferite, dopo aver esaltato i nostri eroici pedatori, prima, ed esserci invece accorti con quale banda di pipponi senza midollo abbiamo a che fare; di un CT che in nove mesi non solo non ha capito nulla della differenza tra allenatore e selezionatore, ma che con i suoi sermoni ha letteralmente addormentato e mandato in tilt i cervelli non certo heinstaniani dei suoi convocati, con pochissime esclusioni.
Certo il CT ha un contratto triennale e pure alquanto oneroso, ma con lui e un cast di convocabili da film di terz'ordine, siamo sicuri che tra due anni non salteremo il terzo mondiale consecutivo? Si parla tanto di riforme, ma non è che queste sono l'alterego pallonaro dell'evasione fiscale?

Maurizio Vigliani