Sono passati trenta e passa anni dall'ultimo scudetto di una outsider, se così si può dire.
La Sampdoria di Mancini, Vialli , guidati da un sapiente Boskov, e con un presidente facoltoso e lungimirante, quale fu Paolo Mantovani, vinse nel 1991 un campionato storico.
Forse allora un Presidente ricco era sufficiente per contrastare i grandi imperi milionari di squadre che inallenavano successi e trofei.
Dal 1990 ad oggi il campionato è stato un torneo riservato a pochi, se non pochissimi:Juventus, Milan, Inter con le parentesi delle due romane, finite, queste ultime, sull'orlo di un crack finanziario per aver osato sfidare il vertice del calcio nostrano.
Per poter competere non dico per lo scudetto, ma per entrare in una competizione europea occorrono oggi tanti soldi e proprietà assai solide. Solo con i soldi di fondi stranieri (spesso opachi) o di realtà globalizzate (vedi Inter, ora Atalanta e la stessa Fiorentina) puoi ambire a rimanere tra le magnifiche sette.
Il resto è un arrabbattarsi. Le distanze tra club ricchi e poveri è diventata incolmabile.
Torneranno le sorprese alla Sampdoria o al Verona targato Bagnoli?
Difficile, se non impossibile anche se il Milan, targato Maldini e Massara, in un certo senso, ha vinto un campionato spendendo 1/5 di Juventus e meno dell'Inter. L'Atalanta ci è andata vicina ma ora è una fase di ricostruzione. Morale: a volte la forza delle idee può compensare ciò che il portafoglio non può permettersi.