L'Italia non s'è desta. Rubrica Ieri, oggi e (forse) domani
Nella rubrica Ieri, oggi e (forse) domani si parla della disfatta degli azzurri agli Europei
L'Italia non s'è desta
Dopo le solite giornate infarcite di chiacchiere, la maggior parte fuori dalla realtà, è arrivato il campo ed il giudizio è stato ben più che impietoso, e tanto per cambiare quando si è partiti da detentori, si è tornati a casa sconfitti e delusi. L' Italia non ha mai trovato il bandolo di un gioco, anche perché un gioco non c'è e l' aggrapparsi alla condizione fisica, al caldo contro gli svizzeri, è il pietoso tentativo di trovare una via semplice per evitare la realtà di una Nazionale che ha fallito su tutti i fronti, tecnico, tattico, fisico. Tolto l' esordio contro l' Albania, gli azzurri non hanno mai proposto gioco, mai sono riusciti a ribaltare, o tentarlo, situazione di difficoltà e se può succedere contro la Spagna, quantomeno è inaccettabile succeda contro la Croazia e la Svizzera. Certo si può perdere contro chiunque, ma ci sono tanti modi per perdere e l' Italia ha scelto il peggiore, quello che mai ti aspetteresti dalla squadra campione uscente; in questo Europeo è andata in campo una squadra senza personalità, senza anima, senza orgoglio. Probabilmente i tanti cambi di modulo e di formazione hanno mandato in confusione una formazione che già era sopravvaluta, con troppa gente che sarebbe dovuta essere lasciata a casa, dopo una stagione per molti disastrosa ed altri che sono parsi le brutte copie di se stessi. Già ho scritto che Spalletti è un ottimo allenatore, ma non un CT da Nazionale, e non si può evitare di considerarlo il primo colpevole di un torneo in cui nessuno ci ha capito qualcosa, a cominciare proprio da lui e dai suoi collaboratori, con i cambi continui, ma l' insistere proditoriamente su gente che poteva andare bene per la partita di bocce sulla spiaggia. Ora naturalmente nulla cambierà, perché abbiamo perso la scuola federale che produceva allenatori da nazionali, ben diversi da quelli di Club, certo meno celebrati, ma capaci di costruire formazioni degne senza lamentarsi del poco tempo disponibile, adattandosi a ciò che produceva il campionato, tanto qualcuno pensa che Spalletti sia stato immune da pressioni? Ora nulla cambierà anche perché il materiale è questo e tempo un paio di giorni e ricominceremo a leggere di fuoriclasse, fenomeni, campioni, come se nulla fosse successo, come se avessimo difensori granitici, centrocampisti che abbinano qualità e quantità, attaccanti capaci di andare a rete con continuità .... e nessuno ha messo il pallone in porta in quattro partite e fortuna che almeno il portiere è stato da campionato europeo e non francese. L' Italia torna meritatamente a casa, in pochissimi faranno un mea culpa e magari saranno i meno peggio di un gruppo a cui andrà ricordato che siamo stati esclusi dagli ultimi due mondiali senza che si sia imparato qualcosa.
Maurizio Vigliani
Svizzera-Italia: 2-0 il tabellino
Svizzera (3-4-2-1): Sommer; Schar, Akanji, Rodriguez; Aebischer (46' st Steffen), Freuler, Xhaka, Ndoye (33' st Sierro); Rieder (26' st Stergiou), Vargas (26' st Zuber); Embolo (33' st Duah). A disp.: Mvogo, Kobel, Elvedi, Zakaria, Okafor, Zesiger, Shaqiri, Jashari, Amodouni. All.: Yakin
Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Bastoni, Darmian (30' st Cambiaso); Cristante (30' st Pellegrini), Fagioli (41' st Frattesi), Barella (19' st Retegui); Chiesa, Scamacca, El Shaarawy (1' st Zaccagni). A disp.: Meret, Vicario, Dimarco, Buongiorno, Gatti, Jorginho, Raspadori, Bellanova, Folorunsho. All.: Spalletti