Attilio Romero

Sul fallimento

Rimane una ferita molto pesante. Oltretutto era una situazione facilmente risolvibile. Adesso non vado nelle particolarità, però era una situazione tecnicamente risolvibile. 

C’erano grandi società con situazioni ben più gravi della nostra. Per noi invece non c’è stato alcun appoggio diciamo dal ‘sistema’. Sistema economico, sistema bancario. Altre società in condizioni ben peggiori delle nostre sono state aiutate. Non dico una congiura, però nessuno ci ha dato una mano ecco.

E' andato allo stadio dopo il fallimento?

Si, sono andato all’ultimo derby con la Juventus, quello di gennaio. Era 20 anni che non andavo al derby, dal 2005. Il motivo? Perché il Torino l’ho sempre guardato dalla televisione e, come dire, sentivo sempre una certa amarezza nell’andare allo Stadio. Poi per il derby mi sono deciso e sono andato. E ho rivisto il Torino dal vivo. Però anche se non di persona l’ho sempre seguito da vicino.

Njie-Vanoli
Njie e Vanoli

Oggi si può parlare di Europa?

Sta iniziando a ingranare, anche se adesso arriveranno delle partite non semplici. Il percorso sembra solo apparentemente facile, penso a Parma ed Empoli, poi ci sarà la Lazio. Il Torino adesso è undicesimo, sarà difficile ma potrà provare ad agganciare l’Udinese decima. Io però più del decimo posto non mi sbilancerei.

La scadenza delle ipoteche che importanza avrà?

Avere uno stadio di proprietà oggi è determinante. Ho letto dai giornali che il Sindaco di Torino (Stefano Lo Russo, ndr) vorrebbe venderlo. Questa può essere anche una forma di pressione per Cairo. Vediamo, sto seguendo la situazione, ma ripeto: solo attraverso ai giornali.

Su Urbano Cairo e la contestazione

La piazza di Torino è focosa, molto calda e molto partecipe. È chiaro che, la piazza, ha avuto un numero interminabile di delusioni. Abbiamo una storia costellata di delusioni: dal Grande Torino a Gigi Meroni, che si lega inestricabilmente alla mia vita. E i tifosi naturalmente pretendono un po’ di più. 

Questi 20 anni di Cairo…gli va dato un merito: la salute ed il benessere societario-bilancistico del Torino. E non è poco nel calcio di oggi, quindi sicuramente ha lavorato molto bene sotto quel punto di vista. Per quanto riguarda la passione mostrata…forse non è stato il suo punto di forza».