Gravina sulla modifica dello Statuto: "Il calcio è di fronte a un crocevia"
Nella lunga lettera apparsa su La Repubblica, il presidente federale non ha comunque nascosto le sue preoccupazioni
L'approvazione dell'emendamento Mulè è stato essenziale per la richiesta della Lega Serie A di un maggior potere nelle decisioni.
Sul tema è ovviamente intervenuto il presidente federale Gabriele Gravina che, verificati tutti i pareri, ha affermato che avrebbe sottoposto al Consiglio Federale la proposta di una modifica dello Statuto per oggi 29 luglio.
Le parole di Gravina
Ecco quindi la lettera del presidente federale apparsa sulle pagine de La Repubblica:
Il calcio è di fronte a un crocevia. Deve adeguare la sua democrazia interna alle dimensioni e alla complessità di un sistema che rappresenta il più grande laboratorio di passione, ma anche una delle prime economie del Paese. Per questo ho deciso di aprire una fase costituente.
Poi conferma che proporrà al Consiglio la convocazione di un'assemblea costituente per la modifica dello statuto:
Oggi proporrò al Consiglio Federale la convocazione di un’Assemblea straordinaria per modificare lo Statuto, Carta dei principi e delle regole fondamentali del nostro movimento.
Continua:
Rafforzare la rappresentanza del calcio più ricco, per qualità e dotazione finanziaria, è insieme una rivendicazione della Lega di A e l’indicazione di una legge approvata in Parlamento.
Si può e si deve fare, ben sapendo che qualunque espansione di sovranità per uno dei componenti della governance comporta una corrispondente riduzione per un altro.
Una piramide rovesciata, dove i pochi finissero per contare più dei molti, non sarebbe più il simbolo della sussidiarietà e dell’autogoverno degli sportivi, ma solo la giungla dei più forti.
Infine, Gravina conclude cosi:
Per questo il calcio ha, pur nell’autonomia dell’ordinamento sportivo, il dovere di trovare un equilibrio tra le sue energie, facendo leva sullo spirito di solidarietà e sulla capacità di conseguire un compromesso virtuoso.
Se questa sintesi venisse a mancare, la stessa autonomia rischierebbe di soggiacere a poteri autoritativi e surrogatori che non hanno una legittimazione interna al sistema.
Da qui alla conclusione di questo percorso il mio impegno di federatore sarà diretto a scongiurare questa eventualità, e a promuovere la consapevolezza che niente difende meglio la democrazia e la sovranità del calcio quanto il senso del limite.