Vitantonio Zaza: "Vanoli? Bisognerà dargli tempo. Sicuramente avrà rubato qualche segreto a Conte”
Zaza, ex istruttore nella Scuola Calcio del Toro, ha parlato di Milan-Torino, del suo passato a tinte granata e di tanto altro
La Serie A 24/25 è incominciata ufficialmente e il Toro ha iniziato il suo cammino con un pareggio rimediato a San Siro contro il Milan. L’inizio del campionato non è l’unico tema caldo del momento dato che il Calciomercato è ancora aperto. Abbiamo analizzato la situazione in casa granata con Vitantonio Zaza che vanta un notevole background nel mondo del calcio. Zaza, oltre a essere allenatore UEFA A è presidente della sezione torinese dell'A.I.A.C. ed è docente nei corsi di aggiornamento per allenatori della F.I.G.C. con patentino UEFA B, ha lavorato per nove anni nel Torino Football Club dove per sei anni è stato istruttore all’interno della Scuola Calcio granata e nei rimanenti tre ha operato nel settore giovanile. Vanta inoltre esperienze alla Pro Vercelli e all’Alessandria Calcio. Attualmente è al Moncalieri Calcio dove ricopre il ruolo di allenatore della prima squadra, di responsabile dell’Under 18 e della Juniores. Zaza lavora con grande professionalità e passione insieme al presidente Giorgio Chiappino, al direttore generale Antonio Landolfi, al direttore sportivo Alessandro Principato e al team manager Cristian Pizzorusso. Il loro obiettivo è quello di costruire qualcosa di importante. C’è un progetto significativo e ambizioso per portare in alto il nome e i colori del Moncalieri Calcio. Con Zaza abbiamo parlato anche del suo passato al Toro.
Zaza, lei vanta diversi percorsi importanti tra cui nove anni all’interno del Toro, esperienze alla Pro Vercelli e all’Alessandria Calcio dove ha anche calcato il palcoscenico della Serie C. Ora il Moncalieri. In tutte queste avventure cosa si è portato dietro dell’esperienza acquisita al Toro?
“Al Toro sono stati anni bellissimi dove ho imparato molto e dove ho dato e ricevuto tanto. Sono esperienze che ti lasciano il segno. Sono contento di quell’esperienza perché oggi come oggi mi sono reso conto di quanto mi siano serviti quegli anni al Toro. Ho tanti bei ricordi legati ai colori granata, ad esempio i derby. Ne ho vinti tanti e facevamo sempre delle belle prove anche perché Silvano Benedetti ci ripeteva che le partite contro la Juve erano importanti. Ora riparto dal Moncalieri che è una bellissima realtà dove c’è un progetto ambizioso e dove si respira senso di appartenenza grazie al grande lavoro del presidente Chiappino, del direttore Landolfi e di tutta la società”.
Lo scorso 13 maggio il gruppo A.I.A.C. Torino, di cui lei è presidente, ha organizzato un incontro con Ruggero Ludergnani responsabile del settore giovanile del Torino F.C., Corrado Buonagrazia responsabile dell’attività di base del Torino F.C. e Francesco Musumeci allora responsabile dello scouting granata in Piemonte. Cosa le ha lasciato quella serata?
“Quella serata mi è piaciuta molto. È stata un'occasione per far conoscere sempre di più il Torino Football Club. Quando Ludergnani era arrivato al Torino avevamo organizzato una serata al Teatro Matteotti di Moncalieri per presentarlo. C’erano anche Camolese, Asta e Ciotti. Ci fu un corso UEFA C che assistette a quell’evento. In quell’occasione Ludergnani ci illustrò i programmi del Toro. Dopo tre anni abbiamo voluto fare un’altra serata con lui e abbiamo visto che ci sono stati diversi cambiamenti e soprattutto miglioramenti. Quindi vanno fatti sicuramente i complimenti a Ludergnani per l’ottimo lavoro che sta svolgendo”.
Il Toro ha iniziato il campionato pareggiando 2-2 a San Siro contro il Milan. Che idea si è fatto di quella partita?
“Io dico sempre che bisogna parlare dopo il 90’ minuto, che ormai non è più il 90’ ma il 96’ o 98’ minuto. Ormai le partite sono più lunghe perché c’è il VAR, perché si perde tempo… Allora i direttori di gara giustamente cercano di tenere abbastanza la partita sul minutaggio. Sul 2-0 per il Toro il Milan non ci stava a perdere ed è riuscito ad acciuffare il 2-2. Da parte dei granata non è stato un calo di tensione né niente altro. Io dico soltanto che bisogna dare tempo a Vanoli. Non lo si può giudicare subito come hanno fatto in tanti. Bisogna dargli tempo per consentirgli di rendersi conto della rosa che ha, di come vorrà giocare e di come riuscirà a dare il suo gioco alla squadra perché ogni allenatore ha il suo gioco. Io ho avuto la fortuna di conoscere il fratello Rodolfo perché abbiamo fatto tre mesi di militare insieme, lui è del ‘63 come me. Rudy era uno che non mollava mai e penso che il fratello sia della stessa pasta. Però ripeto, bisogna dare tempo all’allenatore e avere una certa continuità. Per me il progetto deve sempre avere una certa continuità”.
Vanoli è un allenatore che lavora molto sulla mentalità delle sue squadre. Secondo lei, il tecnico ex Venezia in quale modo cercherà di entrare nella testa dei suoi giocatori e di motivarli?
“Ci sono due o tre tipi di allenatori. Ci sono i motivatori, ci sono gli allenatori tecnici e ci sono quelli per i quali conta solo il risultato. Per questo dicevo che bisogna dargli tempo e farlo lavorare. Non bisogna credere che nel poco tempo che ha avuto a disposizione possa aver cambiato il Toro. Se riuscirà a farlo in tempi brevi è un bene per tutti, se lo cambierà un poco alla volta bisognerà avere la pazienza di aspettare. Sicuramente Vanoli farà un grande lavoro dal punto di vista mentale”.
Vanoli in passato ha lavorato con Antonio Conte. Questo fattore per quanto riguarda il lavoro mentale può essere considerato un vantaggio?
“Quando uno lavora con una persona come Conte cerca di rubargli i segreti anche dal punto di vista motivazionale dato che Conte è un grande motivatore ma non solo, è anche un grande allenatore. Io sono convinto che Vanoli gli abbia rubato qualche segreto dato che non è uno sprovveduto. E se ha lavorato con Conte vuol dire che ha delle qualità e delle conoscenze importanti. Bisogna ricordarsi sempre che chi allena in Serie A, in Serie B e in Serie C è perché è capace, perché la fortuna dura poco. È poi il rettangolo di gioco che ti dà la percezione di capire se sei all’altezza oppure no”.
Al Toro sono arrivati Coco in difesa, Adams per rinforzare il reparto offensivo, Paleari, Antonio Donnarumma come terzo portiere e Borna Sosa. Come valuta questi rinforzi?
“Per quanto riguarda i rinforzi sicuramente il direttore Vagnati insieme a Moretti hanno le conoscenze per trovare i giocatori giusti al posto giusto e pagare anche il giusto, perché è importante quello. Coco, Adams, Paleari, Donnarumma e Borna Sosa sono buoni profili ma è importante fare come sta facendo il Toro e cioè aggregare diversi giovani in prima squadra”.
Grazie mille.
“Posso aggiungere una cosa?”
Certo.
“Ci tenevo a salutare tutti i tifosi del Toro. Rimango molto affezionato ai colori granata e una delle soddisfazioni più belle è ricevere ancora dei messaggi da parte di ragazzi che ho allenato al Toro che mi chiedono ancora consigli. Concludo invitando tutti i tifosi del Toro a venire a vedere le partite del Moncalieri con la speranza di riportare in alto il Moncalieri come ai livelli di quando c’era il presidente Aghemo”.