Pecci a La Stampa sul Torino: "I granata imparino a essere cinici, pur meno belli"
Attraverso le colonne de La Stampa, l'ex calciatore del Torino Eraldo Pecci ha parlato della formazione granata e di come può migliorare
Di seguito le parole dell'ex centrocampista granata:
"Un aiuto dal mercato? Non ci sono più i campioni, abbordabili, di una volta che arrivano e cambiano la forza di una squadra. Il Toro deve crescerli in casa i suoi Junior, perché raramente il mercato fa la differenza: al Napoli l’anno scorso è andata bene".
“La svolta deve arrivare da dentro per creare i meccanismi giusti. E la giusta mentalità. Italiano fino all’anno scorso amava attaccare, adesso invece ha imparato a vincere subendo”.
"L’allenatore della Fiorentina ha detto che il risultato è la cosa più importante e che si può fare risultato anche senza una grande prestazione. Forse è proprio questa la strada. Il Toro deve badare al sodo. Essere più concreto".
La carriera di Eraldo Pecci
Eraldo Pecci (San Giovanni in Marignano, 12 aprile 1955) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
Eraldo Pecci iniziò a giocare a calcio nel Superga 63 di Cattolica prima di passare nelle giovanili del Bologna, squadra con cui debuttò in Serie A nel 1972. Con i rossoblù vinse la Coppa Italia nel 1974, segnando l'ultimo e decisivo rigore nella finale contro il Palermo.
I numeri in granata
Affermatosi come centrocampista di regia, nell'estate del 1975 fu acquistato dal Torino. Con i granata vinse lo scudetto nel 1975-1976, collezionando 203 presenze (153 in campionato, 33 in Coppa Italia, e 16 nelle Coppe europee) e segnando 16 gol (10 in campionato, 4 nella coppa nazionale e 2 in Europa).
Nel 1981 lasciò Torino e passò alla Fiorentina insieme al bomber Graziani. A Firenze Pecci militò per quattro stagioni. Nel 1985 venne ceduto al Napoli. Con i partenopei conquistò un 3º posto in Serie A e realizzò una rete ma, per motivi familiari, decise di ritornare la stagione successiva nella squadra che l'aveva visto nascere calcisticamente, il Bologna. Restò coi felsinei, contribuendo al ritorno in serie A al termine della stagione 1987-88, fino all'autunno 1989, quando l'allenatore Maifredi optò per un centrocampo più muscolare. Si trasferì dunque in Serie C1 al Lanerossi Vicenza, allenato dall'amico Romano Fogli, come chioccia per i più giovani, ma dopo l'esonero di quest'ultimo, decise di ritirarsi senza mai aver giocato con i biancorossi a causa di un infortunio.
Con la maglia della nazionale ha disputato 6 partite, esordendo il 27 settembre 1975 nella partita valida per le qualificazioni al campionato d'Europa 1976 contro la Finlandia a Roma (0-0).
Vanta inoltre 9 partite con la nazionale B, 2 con la Giovanile e, soprattutto, la partecipazione al campionato del mondo 1978.
Una volta terminata la carriera agonistica, Eraldo Pecci intraprese l'attività di commentatore TV, facendo spesso coppia con Bruno Pizzul nelle telecronache delle gare della nazionale maggiore.
In seguito è stato editorialista per il quotidiano Il Giorno.
Inoltre Pecci è stato più volte nominato dai tribunali come perito per la valutazione del parco giocatori delle società calcistiche.
Nell'aprile 2013 ha pubblicato il suo primo libro, intitolato Il Toro non può perdere (edito da Rizzoli), in cui ha narrato in prima persona fatti e trascorsi del mondo del calcio. In particolare ha ripercorso il campionato 1975-1976, in cui i granata conquistarono il settimo scudetto dopo un avvincente duello cittadino con la Juventus.
Nel 2018 ha pubblicato Ci piaceva giocare a pallone - Racconti di un calcio che non c'è più (edito da Rizzoli). (Wikipedia)