Purtroppo una strategia c'è.
Sembra di ripetere sempre le stesse cose, credo, però, sia arrivata l’ora di intensificare e unire le voci di chi ha la possibilità di raggiungere con un messaggio chiaro i tifosi granata, lasciando i soli giornali di regime incensare il “patron”, perché chi scrive che Milinkovic Savic può fare il portiere titolare e lo scorso anno scriveva che Rincon poteva fare il regista, lo fa sotto dettatura di chi ha nelle mani il suo futuro lavorativo.
La squadra da due anni lotta per non retrocedere e, ormai, non si contano le partite che ci hanno fatto vergognare di tifare, non per quella maglia, ma per chi la rappresenta indegnamente.
In questi giorni di europei è con tanta tristezza che vediamo Sirigu, sebbene in panchina, esultare per ogni gol della nostra nazionale, mentre al Toro lo vedevi sempre e solo imbronciato e demotivato, sebbene il suo dovere lo abbia quasi sempre fatto. Allora non è un problema di carattere ,ma solo di percezione che nella nostra realtà non ci sono stimoli, non c’è entusiasmo e si naviga a vista.
Per non parlare dei vari progetti strombazzati ai quattro venti e mai realizzati: l’ultimazione dei lavori al Filadelfia, il Robaldo che ormai è diventato una barzelletta, raccontata però da chi le barzellette non le sa raccontare.
Campagne acquisti gestite ormai da troppo tempo in modo casuale, senza strategia, solo alla ricerca di affari dell’ultimo minuto, risultato di trattative estenuanti e affidate a persone che non hanno alcuna delega per decidere e, da un anno, non hanno neppure la competenza per farlo, vero Vagnati? Ogni anno un tormentone che occupa pagine di giornali e, puntualmente, salta per troppa contrattazione, quest'anno tocca a Messias, lo scorso anno toccò a Torreira. Sarebbe sciocco non rendersi conto che il COVID ha pesantemente compromesso le finanze del calcio però, alcune squadre, vedi Atalanta e Sassuolo hanno impostato negli anni una rete di osservatori che garantiscono l’arrivo di giocatori che spesso generano le risorse per autofinanziarsi e, fatto non secondario, garantiscono risultati sportivi di assoluto rilievo. Le cosiddette big non le considero perché hanno fatturati diversi e, soprattutto, sfruttano organismi di controllo che, di fatto, non controllano bilanci sostenuti da plusvalenze “creative”.
Visto il suo carattere, vi stupireste se Juric decidesse di abbandonare una nave lanciata verso gli scogli? Vero è che gli è stato offerto un signor contratto ma, vale la pena rovinarsi la reputazione come già capitato a altri che lo hanno preceduto?
La Primavera, da sempre fiore all’occhiello del Toro, dopo lo scudetto di sei anni fa è precipitata a lottare per non retrocedere e si è salvata solo all’ultima giornata, più per demerito altrui che per proprio merito, perché l’ultima partita è stata l’ennesima vergogna.
Per gioire, il tifoso granata è costretto a cercare altrove tracce di Toro, esempio è stata la promozione dell’Alessandria di Moreno Longo.
Allora, riconoscendo a Urbano Cairo indiscusse capacità imprenditoriali, vien da pensare che una strategia ben precisa ci sia e sia molto chiara: farci sparire nella vergogna. Altri hanno già tentato di farlo in passato e non ci sono riusciti perché la forza dei tifosi granata è immensa e, nel momento del bisogno, esce allo scoperto con iniziative mai violente ma sempre molto efficaci.
Per cui, esimio dott. Urbano Cairo, non riuscirà neanche lei a cancellare una storia di cui andiamo fieri, perciò si decida ad andarsene restituendoci il Toro. Sinceramente non ne possiamo più.
Sempre forza vecchio cuore granata che mai morirà.
Sandro Mellano