Pallone
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La trasferta a Roma non è mai stata semplice per il Torino ma ci fu una volta in cui la gara si trasformo praticamente in un incubo. Si tratta di una gara storica, leggendaria, avvenuta in un'epoca molto lontana dal calcio moderno: stiamo parlando di quella volta in cui il Torino perse per 7-1, era il 28 Maggio 1933.

Quel giorno si giocava la 30esima giornata della Serie A, l'AS Roma era allenata da Lajos Kovács e schierava Guido Masetti in porta. In difesa, Angelo Pasolini e Renato Bodini proteggevano l'area, mentre il centrocampo vedeva protagonisti Raffaele D'Aquino, Bruno Dugoni, Attilio Ferraris e il talentuoso Fulvio Bernardini. In attacco, Rodolfo Volk, Fernando Eusebio, Cesare Fasanelli e Raffaele Costantino formavano un quartetto offensivo temibile.

Il Torino, guidato da Augusto Rangone, contava su Giuseppe Maina tra i pali e su Osvaldo Ferrini in difesa. Il centrocampo era occupato da giocatori come Mario Bo, Adolfo Giuntoli, Antonio Janni e Federico Allasio, mentre in attacco si schieravano Feliciano Monti, Filippo Prato, Onesto Silano, Gino Rossetti e l’italo-argentino Julio Libonatti, un autentico trascinatore.

Gli ospiti si portavano in vantaggio al minuto 8 con Filippo Prato che siglava la sua terza marcatura stagionale. Ma questo non demoralizzò la Roma he al minuto 12 cominciava il suo show pareggiando con Eusebio. Da lì in poi non si è fermata più: Fasanelli al 26esimo, Bernardini al 47esimo, ancora Eusebio un minuto dopo e Fasanelli al 50, poi Costantino al minuto 62 e ancora Eusebio al minuto 74 chiudevano il match.   

Questa partita rappresentava non solo una sfida sportiva, ma un confronto tra stili di gioco e filosofie diverse, un’anticipazione di ciò che sarebbe diventato il calcio italiano nei decenni successivi.

Il Torino registra così una delle sue sconfitte esterne più pesanti, peggio di così solo contro il Milan con il 7-0 del 1950.