Leo Junior durissimo: "Con Cairo non si va da nessuna parte. Contestazione giustissima"
In un intervista a Tuttosport, il terzino sinistro brasiliano ha rilasciato una serie di dichiarazioni molto dure verso la dirigenza granata
Concetti molto diffusi nella tifoseria granata
Difatti i miei amici del Toro me lo dicono o me lo scrivono un po' tutti in queste settimane. Ma chi era Cairo prima di comprare il Torino? Adesso è uno degli editori italiani più importanti, possiede giornali, tv. Ma 20 anni fa? Chi lo conosceva fuori dal suo mondo? E adesso ho un impero imprenditoriale.
Invece cosa ha fatto il suo Toro in 20 anni? Cosa ha creato Cairo? Cosa ha vinto? Nulla, non ha costruito abbastanza e non ha vinto un cavolo! Tiene il Torino intorno al 10° posto, senza mai un salto vero di qualità. Da tanto tempo non è più il vero Toro. E i tifosi non ne possono più. Sono stufi e arrabbiatissimi. Anch'io sono stufo, deluso, arrabbiato e dispiaciuto per il mio Toro ei tifosi.
Sempre la solitaria storia. Io non ho niente contro la singola persona o la dirigenza. Io, dal Brasile, guardo alla gestione del club, alle cose fatte, ai risultati e ai sentimenti della gente. E non vedo ambizioni. Non vedo la volontà di fare meglio, di fare di più. Vorrei tanto parlare di un Toro che se la gioca alla pari con la Juve nei derby, come ai miei tempi e anche dopo, ma da molti anni non è più possibile. Cairo ha creato un Toro che deve accontentarsi del 10° posto, a dir tanto. Un traguardo che non sa di nulla, che non ha né gusto né profumo.
L'esatto contrario di uno dei primi valori dello sport: lottare per migliorare e per an dare oltre i limiti. Però nel Torino di oggi sembra impossibile. È chiaro che Cairo non vuole portare il Toro più su,a lottare almeno per raggiungere una Coppa europea: un obiettivo normale per una realtà come quella granata. Lo capisci dagli investimenti per far crescere la società, per le strutture sportive e per il mercato
La possibile cessione a fondi arabi
Lo so, ho letto. Ammesso che un giorno capiti quello che i tifosi sperano, cioè che Cairo venda, ormai è pressoché impossibile sperare di avere un proprietario ricco e tifoso come capitava nel secolo scorso. Anche in Brasile è così, tranne eccezioni: molte squadre sono in mano a fondi e non tutti funzionano bene.
Se anche il Torino fi nisse in mani americane oa una multinazionale come la Red Bull, mi augurerei che venisse nominato un presidente tifoso capace di creare un collegamento tra proprietari lontani, più o meno conosciuti, e la realtà della squadra e del territorio.
Bisogna anche saper capire i tifosi e amare la storia granata per guidare il Torino, non si può fare tutto in modo asettico da lontano pensando solo al business. I tifosi del Toro sono diversi dagli altri e anche la storia granata è unica»