Bruno Pizzul
Bruno Pizzul

Si è spento a 86 anni, lo storico telecronista sportivo Bruno Pizzul. Il giornalista è morto all'ospedale di Gorizia pochi giorni prima di compiere 87 anni. 

Non tutti sanno che il Bruno Pizzul era tifoso del Torino, ecco il motivo:

"Sì. Da queste parti, era facile ammirare il Grande Toro. Ma io e i miei coetanei diventammo tifosi del Torino per un altro motivo. Nell’immediato dopoguerra, qui la situazione era durissima: non si sapeva se saremmo rimasti con l’Italia o se saremmo finiti con la Jugoslavia. Non avevamo nulla. Miracolosamente, però, il prete del paese riuscì a trovare un pallone, che usava per chiamarci a raccolta in parrocchia. Solo che ne lasciava la gestione a noi ragazzi. Quelli più grandi di noi se ne impadronivano, non ce lo facevano mai toccare. Erano tutti tifosi della Juventus. Per reazione, ci mettemmo a tifare Torino…".

Bruno Pizzul e l'amore per il Grande Torino

La Lapide del Grande Torino a Superga
Lapide Grande Torino a Superga

"Era amato da tutti proprio perché era uno squadrone nel vero senso della parola. Nell’immediato dopoguerra ha segnato un’epoca; era la squadra di Valentino Mazzola, un insieme di campioni del quale si diceva che, quando capitan Valentino si rimboccava le maniche e dava il segnale ai compagni, in un quarto d’ora aveva una forza devastante, batteva tutti (il “quarto d’ora granata”). Era una squadra che impersonava lo spirito del cuore granata: volontà, orgoglio, tenacia combinate con un grandissimo talento.

Era una squadra che costituiva anche l’ossatura della Nazionale: più volte l’Italia è scesa in campo con dieci giocatori granata su undici. Tuttavia, questo non impediva che qualche volta venisse sonoramente battuta, come nel maggio del ’48, al “Comunale” di Torino contro l’Inghilterra, quando perdemmo per 4 a 0, e ricordo che io, ragazzino, dopo aver ascoltato la radiocronaca di Carosio, ero abbastanza arrabbiato, animato da sacro furore patrio, perché pensavo che avessimo perso immeritatamente per colpa dell’arbitro, per la protervia degli avversari.

In realtà, una volta arrivato in Rai, andai a vedere i riflessi filmati di quella partita e mi resi conto che avevamo perso 4 a 0 ma ne avremmo dovuti prendere otto o dodici perché veramente non c’era corsa. Ciò non toglie che il Torino era entrato nella fantasia e nell’amore popolare, e io stesso non nascondo che, pur non essendo un tifoso viscerale, amo seguire le fasi del Torino perché anch’io ero un po’ granata a quei tempi".

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