La Curva Maratona
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Bandiera del Toro
Bandiera TorinoFc

Dopo 19 anni di Cairo qualsiasi squadra si metta in campo sappiamo già dalla prima amichevole pre-campionato che non vinceremo nulla, che auspicabilmente non retrocederemo ma non avremo la minima soddisfazione (un derby vinto, una Coppa Italia, una qualificazione per una Coppa Europea). ZERO

E allora viene meno il motivo principale del tifo che è proprio la speranza di successo.

Ci sono è vero, atleti o squadre che nella loro storia non possono ambire a vincere trofei importanti. 

Nessuno credo possa sperare che il Catania vinca lo scudetto o che Lorenzo Sonego vinca Wimbledon. Ma i tifosi del Catania o di Sonego hanno comunque la speranza ad esempio di una promozione in serie B o di una vittoria in un torneo ATP 250. Un motivo per gioire, insomma. 

Hanno sempre una speranza. Noi no. A noi anche quello è scientificamente precluso da un presidente (non merita la maiuscola) che sembra faccia apposta a disilludere, distruggere (anche e soprattutto la passione) e che ostinatamente persegue nel suo obiettivo di “azzerare” lo spirito Toro e quello dei suoi veri tifosi.

Dico veri tifosi perché non tutti lo sono anche se a parole dichiarano il contrario e, anche loro, usano il Toro come scusa per coltivare interessi personali più o meno elevati.

Ma questi piccoli personaggi adesso ce li dimentichiamo, non sono rilevanti.

Adesso credo sia venuto il momento davvero di dare un segnale, di fare qualcosa. 

Escludendo azioni illegali (che non sono nella nostra – di granata intendo - cultura di onestà) bisogna pensare ad altro.

Mi spiace per coloro che sono corsi a rinnovare l’abbonamento (mai come in questi casi non si dovrebbe comprare a scatola chiusa.. se una cosa costa poco o meno dell’anno prima vuol dire che probabilmente vale poco o comunque meno dell’anno prima).

Lasciare i botteghini deserti sarebbe stato un segnale civile di dissenso. Il rinnovo in massa è invece per Cairo una conferma di apprezzamento del suo operato.

Per la cronaca, vendere il Toro non è né impossibile né difficile. Basta volerlo, dando mandato ad una Società specializzata di trovare un acquirente e poi si tratta.

Davvero, abbonamento o no, proviamo a disertare lo stadio ed organizziamo in occasione di ogni partita interna una marcia di protesta (pacifica) come quella dell’Orgoglio Granata del 4 maggio 2005. Eravamo 50.000, ve lo ricordate? E che impatto, anche mediatico, ebbe quella marcia?

Dimostriamo di essere vivi e di non avere l’encefalogramma piatto, nella speranza che il messaggio di distacco e di dissenso finalmente convinca Cairo a passare la mano. 

Si rinuncia alla partita, è vero. E’ un sacrificio, è vero.

Ma come diceva quella bellissima canzone di Caterina Caselli .. “si muore un po' per poter vivere..”.

Aldo Lombardo


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